Se nell’opinione comune la Riviera romagnola si compone esclusivamente di chilometri di spiagge per famiglie e discoteche per nottambuli, nella realtà le eccezioni non mancano, tra importanti tracce della storia, borghi di pescatori ancora intatti e musei.



C’è Rimini con il bel centro storico e gli importanti resti romani di Arimunum, come il ponte di Tiberio (inaugurato nel 21 d.C. e ancora oggi in uso), intorno al quale si è sviluppato un parco e una zona pedonale piena di locali e ristoranti che si allunga fino al vecchio borgo San Giuliano. In piazza Tre Martiri, dove un tempo si incrociavano il cardo e il decumano della città romana, una colonna ricorda il punto in cui Giulio Cesare pronunciò la celebre frase “Alea iacta est” nel 49 a.C. Poco distante, la domus del chirurgo è un sito archeologico nel quale sono stati rinvenuti centinaia di strumenti chirurgici antichi, visibili nel vicino Museo della città. Un altro museo, il PART, è dedicato, invece, all’arte contemporanea, con una raccolta che comprende nomi come Emilio Isgrò, Igor Mitoraj, Mimmo Paladino, Velasco Vitali. Da non perdere anche lo spettacolare Duomo, o tempio Malatestiano, capolavoro di architettura rinascimentale che al suo interno custodisce un crocifisso di Giotto e un affresco di Piero della Francesca. Merita una visita anche il cimitero dove nei pressi dell’ingresso si trova la tomba monumentale di Federico Fellini e Giulietta Masina, opera toccante di Arnaldo Pomodoro (La grande prua, 1994). Oltre alla piadina, che lungo il litorale romagnolo si prepara in versione extra sottile, si mangia bene in tutto il centro, in particolare nell’appartato giardino dell’Ingrata, dove è la griglia a dominare il menu.


C’è Cervia con il suo vecchio borgo ancora intatto dove sono le case a fare da mura. E le suggestive saline, dove, dopo un breve tratto in barca, si può camminare con i piedi immersi nel sale. A ricordo di Grazia Deledda, che qui passò molte vacanze, ci sono una serie di pannelli nel centro storico, una scultura sul lungomare e un’iscrizione sulla villetta in viale Cristoforo Colombo che le apparteneva. Lungo il bel canale pieno di barche. si apre il Museo del sale. Per mangiare il pesce si va nella zona del porto, in particolare all’Osteria Bartolini.
C’è poi Cesenatico, che oltre alle profonde spiagge bianche, conserva lo spirito di città di pescatori. Intorno al suo bel porto canale, che si dice sia stato progettato da Leonardo da Vinci affinché il pesce raggiungesse Cesena, le belle casette colorate ristrutturate e le affascinanti barche dei pescatori di ieri e di oggi creano un vivace borgo storico abitato anche fuori stagione e dove è bello perdersi fra le viuzze e chiacchierare con i cordiali residenti. I ponti per attraversare il canale sono solo due e per facilitare gli spostamenti da una sponda all’altra, il signor Guido Sabbadini installò una struttura galleggiante che lo portasse da casa, da un lato, al suo negozio, dall’altro: era il 1957 e il “Mirko”, come lo battezzò, nel tempo è diventato un vero traghetto con ben due imbarcazioni al lavoro dalle 7 del mattino a mezzanotte. Cesenatico è anche celebre per i suoi ottimi ristoranti di pesce, fra cui spicca l’Osteria del Gran Fritto, sempre affollata.


