
I monumenti del periodo fascista in Italia sono spesso al centro di controversie: c’è chi, ossessionato dal ‘politically correct’, li vorrebbe demolire o nascondere, considerandoli celebrativi ancora oggi di un passato che la Storia ha condannato. Invece, come dimostra l’inserimento delle architetture di Asmara (in Eritrea) nel Patrimonio dell’Umanità Unesco, le perfette geometrie e le decorazioni patriottiche del razionalismo oggi hanno acquisito un valore artistico totalmente svincolato da significati politici.

Questo vale, per esempio, per il maestoso Stadio dei Marmi del Foro Italico a Roma. Un certo disagio lo si prova, in effetti, davanti all’obelisco collocato prima dell’ingresso del complesso, che ancora riporta il nome di Mussolini… ma superato quello scoglio, non ci si può non abbandonare allo stupore per il grande spettacolo allestito nel 1932 dall’architetto Enrico Del Debbio. Se lo scopo di questa messa in scena era un’iniezione di autostima, una spinta a darsi da fare per essere i migliori nello sport, l’effetto è stato senza dubbio raggiunto.



Lungo il perimetro si affacciano 64 statue in marmo che raffigurano atleti di differenti discipline, ciascuna con il nome delle città italiane che hanno contribuito alla loro realizzazione: sono proprio queste il punto di forza di questo luogo, con la loro fisicità e il bel bianco del marmo di Carrara che risplende sotto il sole romano. I 26 artisti prescelti per l’esecuzione di queste statue erano tutti giovani alle prime armi che di certo non sapevano di lasciare la loro firma su un’opera destinata a durare nel tempo.

Tutto il complesso del Foro Italico è ricco di opere d’arte e vale la pena dare un’occhiata anche alla fontana della palla e soprattutto alla celebre piscina coperta, all’interno dell’adiacente Polo Natatorio, decorata da eccezionali mosaici lungo il bordo e da celebri, bellissimi, affreschi alle pareti.

Stadio dei Marmi, via dei Robilant 1, Roma