
Negli ultimi mesi ho ricevuto in regalo alcuni volumi del Touring Club Italiano: non le più recenti pubblicazioni, anzi, esattamente il contrario, guide e libri di viaggio pubblicati nel 1939, nel 1940, nel 1948 e nel 1956, che guidano il visitatore, o l’aspirante tale, attraverso le strade di un’Italia dal turismo molto diverso da oggi.


Così, mi sono ritrovata a leggere le pagine delle Guide Rosse del periodo del ventennio fascista (quando al Touring venne proibito l’uso dell’inglese nel nome e pubblicava sotto il marchio temporaneo di Consociazione Turistica Italiana), ricche di descrizioni dallo stile poetico come questa introduzione di Orvieto:
“singolarmente situata sul ripiano di una rupe tufacea dalle pareti a picco, al centro d’una zona agricola che produce pregiati vini bianchi, è città dalla schietta fisionomia medievale, celebre soprattutto per il suo mirabile duomo”.


La sorpresa maggiore l’ho provata guardando le fotografie (in bianco e nero, splendide) della collana Attraverso l’Italia, i cui grandi volumi, divisi per regione, furono pubblicati a partire dagli anni Trenta: con grande stupore ho notato che, a parte il fatto che le immagini mostrano monumenti poco curati (ovviamente durante e subito dopo la guerra non era prioritario mantenere bianche le facciate delle chiese medievali…), tutto sommato le differenze sostanziali tra ieri e oggi non sono poi così tante. Certo, mancano i grattacieli (che iniziavano a comparire solo a Milano), i graffiti della street art che ormai decorano quasi tutte le città, i numerosi moderni musei nati di recente, ma in sostanza l’unica vera differenza è il numero ridotto di automobili: oggi, infatti, realizzare delle immagini prive di auto è cosa praticamente impossibile, se non nelle rare aree pedonali. Questo mi ha ricordato che tutta la nostra vita è circondata, sempre, dalle auto, oggetti brutti e ingombranti (oltre che inquinanti) che diamo per scontati e di cui, purtroppo, neanche ci accorgiamo più, ma la cui assenza ci renderebbe la vita più bella.
