
L’Italia è piena di paesi abbandonati, luoghi che sono rimasti fermi al Medio Evo nelle dimensioni e nelle costruzioni e che hanno a disposizione poche possibilità per non scomparire, a volte per mancanza di prospettive lavorative, altre a causa di problemi geologici. Ma, tra questi, ce ne sono anche molti, distribuiti lungo tutta la penisola, che hanno trovato il modo di inserirsi nella modernità senza perdere la propria personalità: sono generalmente raggiungibili solo a piedi (o quasi): alcuni hanno qualche abitante (meno di 10, in media), altri hanno piccole attività commerciali destinate ai turisti, tutti mantengono lo charme di un luogo fermo nel tempo. E tutti aspettano per un fine-settimana visitatori pronti a goderne la bellezza con gentilezza e rispetto.

Un breve sentiero in salita di circa 5 minuti, parte dell’antica via Mercatorum che anticamente collegava Bergamo con la Valtellina, permette di arrivare a Cornello dei Tasso, sulle montagne della Valle Brembana (in provincia di Bergamo). Qui la struttura urbanistica medievale è rimasta inalterata, tra stradine porticate, una chiesa affrescata e un museo dedicato alla famiglia Tasso (quella del celebre poeta Torquato Tasso).

A Civita di Bagnoregio, nella Tuscia viterbese, tutto è organizzatissimo: per accedere alla cittadina, appollaiata su uno sperone di tufo, si paga un biglietto di ingresso (e ci sono anche un sito web e una app), il cui ricavato contribuisce al mantenimento degli edifici e delle strade. Collegato al resto del mondo da un viadotto pedonale (oggi solido, ma che durante la Seconda guerra mondiale fu abbattuto isolando gli abitanti per qualche tempo), dopo essere stata disabitata per decenni a causa delle frane che la rendevano poco sicura, oggi vede sia alcuni residenti, sia numerose attività commerciali a servizio dei tanti turisti che arrivano quotidianamente.

Il borgo di Rocca Calascio, raggiungibile in auto attraverso una faticosa strada in salita (chiusa al traffico nei mesi estivi e percorribile a piedi o in autobus) è rimasto completamente disabitato fin dal Settecento, quando un devastante terremoto rase al suolo tutte le costruzioni. Oggi, seppur molto animato dai visitatori, è abitato solo dai proprietari di un albergo diffuso. Collocato alla base del castello più famoso d’Abruzzo, conserva intatta l’autentica aria polverosa dei luoghi abbandonati.

In Calabria, Pentedattilo, dopo un iniziale spopolamento alla fine del Settecento, causato da un terremoto, ha perso gli ultimi residenti negli anni Sessanta, ma era già un paese quasi fantasma negli anni Trenta quando fu immortalato da Maurits Cornelis Escher in numerose incisioni che realizzò dopo un lungo giro della regione. Dopo essere stato dimenticato per qualche decennio, il paese ha iniziato la sua rinascita negli anni Ottanta grazie all’intervento di artisti e artigiani che hanno preso possesso di alcuni edifici trasformandoli in atelier e laboratori e organizzando un annuale festival cinematografico.