È davvero assurdo che un luogo così pieno di stupende opere d’arte venga ricordato solo se associato alla parola “terremoto”, perché nel bel centro storico, facile da percorrere a piedi, le tante chiese monumentali, le fontane, i vicoli, sono tutti (o quasi) in perfetto stato, ricostruiti o ristrutturati. E anche se un po’ ovunque le gru continuano a costruire e qua e là si incontrano ancora le macerie, anche se delle attività che un tempo animavano il centro, solo una parte ha riaperto, oggi non ha proprio senso continuare a non dare all’Aquila il giusto merito. Il centro storico e gli immediati dintorni si visitano comodamente in un fine-settimana.
Da tradizione, chiese, piazze e fontane dovevano essere 99, come i ‘castelli’ che fondarono la città: in realtà sono sempre state molte di meno, ma sempre tantissime, tanto che fra i luoghi imperdibili si comincia con la centralissima basilica di San Bernardino, dalla bianca facciata cinquecentesca che guarda le montagne, per poi passare alla chiesa più bella della regione, la basilica di Santa Maria di Collemaggio, bianca e rosa dentro e fuori, legata alla memoria del mitico Celestino V, il papa eremita. Ogni fontana si trova accanto alla propria chiesa, tranne l’iconica Fontana delle 99 cannelle, bellissima con le sfumature del marmo rosa e il suono senza sosta dello zampillare dell’acqua, e la Fontana Luminosa che, con le due Fontane di piazza Duomo, racconta di una L’Aquila dei primi del Novecento.
Rimane spesso fuori dal giro della città il Museo Nazionale d’Abruzzo, o MUNDA, oggi notevolmente ridotto rispetto all’allestimento storico all’interno del castello, inagibile dal 2009: invece, è proprio la formula di museo ‘concentrato’ il punto di forza della raccolta che in meno di mezz’ora permette di avvicinarsi ai capisaldi dell’arte abruzzese, dall’archeologia ai capolavori del Cinquecento di Saturnino Gatti.
Come in tutto l’Abruzzo, si mangia bene un po’ ovunque. Una volta seduti a tavola nei ristoranti del centro storico o nelle trattorie della provincia, cade subito l’occhio sugli arrosticini di pecora, sull’agnello in varie fogge, sui primi di chitarra con vari condimenti della tradizione. Per uno snack, invece, due sono i luoghi da non perdere, in pieno centro: Ju Boss, storica enoteca con più di 100 anni sulle spalle, dove godersi un bicchiere di Montepulciano d’Abruzzo accompagnato dalla mitica focaccia con la frittata; e il bar dei Fratelli Nurzia, dove servono il gelato al torrone (che da queste parti è morbido e al cioccolato, ben diverso da quello più celebre di Cremona).
Tre le escursioni imperdibili nei dintorni, a pochi chilometri dal centro ci sono i resti della città romana di Amiternum, l’incantevole castello di Rocca Calascio e il lago di Campotosto, praticamente al confine con il Lazio e le Marche, dove la natura incontaminata incontra solo minuscoli borghi in fase di ripresa dal terremoto del 2016, e dove è facile incontrare lepri e cavalli a cui dare la precedenza.